EST-Urbano: un percorso condiviso e plurale

Mercoledì 9 febbraio si è aperta la campagna EST-Urbano con il primo online talk. Questa è l’introduzione della presidente dell’Osservatorio del Biellese Beni Culturali e Paesaggio alla serata. La registrazione di tutto il talk è disponibile sulla pagina Facebook dell’Osservatorio e presto saranno disponibili i video dei singoli interventi sul nostro canale YouTube.

«Comincio col dirvi cosa vorremmo fosse EST-Urbano. Vorremmo fosse una campagna di sensibilizzazione e riflessione condivisa sul futuro di quella parte della città di Biella che va dall’ex Ospedale alla stazione San Paolo.

La nostra idea di EST-Urbano la vedete nel logo che abbiamo scelto per questa campagna.
In questo logo i tre colori indicano il fiume, le aree verdi lungo le sue sponde e i “corpi urbani” che sono, a partire dall’alto il vecchio Ospedale, le ex Pettinature, gli Ex Rivetti fino all’ultimo riquadro giallo che è la stazione ferroviaria.
Da questa rappresentazione si capisce come EST-Urbano sia un sistema. Non una semplice somma di oggetti. E questa complessità chiede, a nostro avviso, uno sforzo di comprensione, esplorazione, immaginazione che deve andare oltre le singole “scatole vuote” – permettetemi di chiamarle così – e i singoli progetti su quelle “scatole vuote”.

Quando dico “a nostro avviso” parlo a nome dell’Osservatorio del Biellese Beni Culturali e Paesaggio che è il promotore di EST-Urbano e del processo partecipativo condiviso che inizia questa sera e che ha già una seconda tappa vicinissima, la tavola rotonda di mercoledì 16 febbraio alle 21 alla quale siete invitati.

Questo cui state partecipando infatti non è un convegno che si chiuderà nel momento in cui spegneremo il computer.
Vorremmo fosse invece l’avvio di un percorso di dialogo e riflessione a più voci con l’obiettivo di alzare il livello, alzare lo sguardo, come fossimo anche noi dei droni, per provare insieme a capire e immaginare quali opportunità per la città di Biella contenga il sistema dell’EST-Urbano.

L’Osservatorio non è nuovo a questi processi. Esistiamo dal 1998. Siamo un’organizzazione del terzo settore che ha al suo interno associazioni, fondazioni, soggetti che sono espressione della società civile e sono impegnati, a vario titolo, nel campo del paesaggio e dei beni culturali.

Il paesaggio è lo spazio dentro il quale viviamo tutti insieme. E’ così che lo intendiamo all’Osservatorio. E’ così che facciamo nostri i principi della Convenzione Europea del Paesaggio del Consiglio d’Europa che è il pilastro delle nostre azioni. Anche della campagna che inizia stasera.
Se fossimo in un altro contesto, definirei il paesaggio la biosfera, cioè quella fascia di atmosfera terrestre che contiene la vita e tutto quello che conosciamo. Paesaggio è tutto. Paesaggio è tutti. E come tale la responsabilità delle sue trasformazioni appartiene alla comunità, agli abitanti, a noi.

EST-Urbano vorremmo si sviluppasse attraverso tre azioni: capire, sentire, immaginare. Stasera partiamo dall’azione del capire.
Capire quali sono le tutele che la normativa prevede per questa area della città. Capirne la specificità e l’unicità che vanno di pari passo.
Per aiutarci in questa comprensione, l’Osservatorio ha invitato l’architetto Marina Brustio che è il funzionario di zona per la Soprintendenza e il professor Paolo Castelnovi che ha insegnato pianificazione territoriale al Politecnico di Torino e che ha tra l’altro partecipato alla stesura del Piano Paesaggistico Regionale.

Come vi dicevo, questo non è un convegno. E aggiungo anche un’altra cosa per sgombrare subito il campo da possibili fraintendimenti.
Lo so che viviamo in un’epoca dove si ricorre troppo spesso alle semplificazioni e lo si fa purtroppo non con l’obiettivo di “rendere semplice” ma col risultato di “banalizzare” e di “categorizzare” in un modo che è divisivo e sterile.
Quello che parte stasera vorremo fosse un percorso complesso, aperto e plurale – faticoso, lento ma coraggioso – nel quale l’Osservatorio mette a disposizione la sua esperienza in fatto di approccio metodologico, di contatti, di competenze.
Non è il Comitato del No o il Comitato del Sì.
Noi non vogliamo dire sì o no, perché non è il nostro lavoro.

Noi vorremmo però che i Sì e i No nascessero da un coinvolgimento di tutte le voci che è possibile coinvolgere in questo momento. Che nascessero dalla città, dalle forze creative dei suoi abitanti e dei rappresentanti.

Perché il paesaggio è un po’ come l’aria per la biosfera. Una volta tolto non c’è più alcuna possibilità di recuperarlo. Una volta bruciato è perso per sempre.
Ecco, noi come Osservatorio crediamo che per Biella questa di immaginare il futuro dell’EST-Urbano sia invece un’occasione storica decisiva da non bruciare. Del resto, siamo stati designati città creativa e questo dà a tutti una responsabilità ma anche delle straordinarie opportunità da non sprecare. Grazie a tutti e siete tanti stasera. Tutti portatori di tanti sguardi diversi. Non potremmo cominciare dunque il nostro percorso in un modo migliore».

Presidente-Osservatorio-Biellese-Paesaggio-EST-Urbano-9-febbraio-2022

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