Area via Carso-Cervo a Biella: apriamo uno spazio di riflessione allargata

Trasformazioni urbane e operazioni immobiliari che interessano in particolare quella parte di Biella, compresa tra il torrente Cervo e la via Carso, nella quale si concentrano alcuni dei maggiori “vuoti” dismessi della città: dal complesso delle Pettinature Riunite, all’area degli ex Rivetti, agli stabili del vecchio ospedale.
Ne abbiamo letto sui media locali in questi mesi, abbiamo ascoltato le interessanti riflessioni emerse dalla XV Tavola Rotonda di UCID il 4 dicembre, siamo stati coinvolti e interpellati su questi temi da un gruppo di cittadini che hanno a cuore il futuro della città e che si pongono interrogativi cui, a nostro avviso, è necessario dare risposte.

Le volumetrie dismesse che insistono nell’area tra la via Carso e il Cervo non sono soltanto “scatoloni vuoti” tra i tanti che le crisi dell’ultimo decennio hanno disseminato nelle aree urbane della pianura Padana e nel resto d’Europa. Quei “vuoti” sono anche memoria e identità. Sono una parte dello spazio di vita quotidiano di tante persone che in quella parte di città abitano, lavorano, transitano. Le città sono spazi umani, mondi di relazioni in continua evoluzione. Come organismi viventi le città si trasformano, cercando sempre nuovi equilibri e assumendo forme differenti per adattarsi a un contesto che, come la pandemia ci ha confermato, ha i confini del Pianeta.

Dal nostro punto di osservazione, riteniamo che le trasformazioni del paesaggio non vadano semplicemente “lasciate accadere”, bensì vadano governate con una visione e obiettivi di ampio respiro. Lasciare che sia soltanto il mercato a governare le trasformazioni urbane può rivelarsi una scelta fragile e rischiosa sul lungo periodo.

Basta salire in macchina e percorrere la Trossi per avere sotto gli occhi la conferma dei limiti di questo tipo di approccio.
Quando dieci anni fa gli store sulla statale per Vercelli si moltiplicavano e fiorivano, tutti sarebbero stati pronti a scommettere che quello fosse il modello vincente. Ma è bastata l’onda d’urto di una crisi cominciata in una banca dall’altra parte dell’Oceano a cambiare del tutto le carte in tavola. Oggi la sequela di attività commerciali dismesse lungo la Trossi e le altre strade di accesso a Biella dovrebbe farci riflettere sull’eventualità di reiterare in modo pedissequo scelte delle quali abbiamo già sotto gli occhi la caducità.

L’era dei supermercati del resto sta tramontando negli Stati Uniti, dov’era nata, e non possiamo illuderci che sia eterna in Europa. E’ dunque il momento di sterzare, tutti insieme, verso nuove direzioni.

Per questo l’Osservatorio del Biellese Beni Culturali e Paesaggio si auspica che questa stagione di trasformazioni urbane e operazioni immobiliari diventi un’occasione nella quale la comunità riflette, si interroga e si dà risposte su un’idea di futuro il più condivisa possibile.

L’Osservatorio ritiene pertanto urgente avviare su questi tempi un percorso di confronto ampio e multiforme. Siamo quindi disponibili a proporci come luogo virtuale nel quale tutte le voci che vogliono confrontarsi sulle trasformazioni urbane della città possano avere uno spazio per farlo.

L’Osservatorio mette a disposizione la propria esperienza ventennale e la propria rete di contatti, sollecitando in primo luogo i propri soci a farsi parte attiva nella costruzione di momenti di riflessione condivisa che partiranno già a gennaio con una serie di iniziative di cui daremo presto comunicazione.

Lettera aperta dell’Osservatorio del Biellese Beni Culturali e Paesaggio ai cittadini biellesi, 20 dicembre 2021

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Osservatorio del biellese beni culturali e paesaggio

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading