Osservatorio del biellese beni culturali e paesaggio

E’ nata la Rete degli Osservatori del Piemonte

costituzione rete osservatori paesaggio piemonte

Esiste in realtà dal 2006 ma, dal 7 dicembre 2018, la Rete degli Osservatori del Paesaggio del Piemonte è diventata a tutti gli effetti un’associazione legalmente costituita e con un proprio statuto.

L’assemblea costitutiva si è tenuta al Castello del Valentino a Torino, presenti i rappresentanti e i delegati dei dieci Osservatori del Paesaggio piemontesi. E’ stata eletta presidente della nuova associazione Daniela Bosia dell’Osservatorio del Paesaggio del Mongioie, vice presidente è Diego Corradin dell’Osservatorio del Paesaggio per l’Anfiteatro Morenico di Ivrea mentre Carlo Bidone, dell’Osservatorio del Paesaggio Alessandrino, è segretario generale.

Potete scaricare il Verbale Costituzione Rete degli Osservatori Paesaggio Piemonte e Statuto Rete Osservatori Paesaggio del Piemonte

Le finalità della Rete degli Osservatori del paesaggio del Piemonte riguardano:

  • Proseguire e promuovere le iniziative e le esperienze già condotte dagli Osservatori del Paesaggio del Piemonte nel loro ambito specifico, con particolare riferimento ai risultati di carattere nazionale e internazionale finora ottenuti.
  • Sviluppare sinergie e iniziative per la piena adozione e diffusione a scala regionale della concezione di paesaggio come prevista dalla Convenzione Europea del Paesaggio, con particolare riferimento alla lettura locale della “percezione delle popolazioni”.
  • Promuovere e organizzare attività di conoscenza e sensibilizzazione presso le popolazioni e le Pubbliche Amministrazioni sulle condizioni, i processi di trasformazione e i valori attribuiti ai vari paesaggi: naturali, agrari ed urbani presenti ad ogni scala sui territori piemontesi. A tal fine intende dotarsi di strumenti di valutazione e di monitoraggio degli interventi, considerando la qualità del paesaggio e l’attento uso del suolo quali elementi di fondamentale importanza per la gestione sostenibile delle risorse ambientali locali;
  • Promuovere e organizzare attività formative a partire dai soggetti (operatori, tecnici, associazioni) attivi sul territorio, tenendo conto delle iniziative di trasformazione in atto e delle buone pratiche già presenti e stimolando le procedure di diverso ordine e grado connesse alla adozione degli strumenti di pianificazione paesaggistica nazionali e regionali;
  • Costituire un elemento unitario interlocutore con tutti i soggetti istituzionali per realizzare l’incontro tra le “percezioni delle popolazioni” e le attività degli Enti pubblici a tutti i livelli politici ed amministrativi al fine di sviluppare, a scala locale e regionale, anche in relazione alle attività dell’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio, quelle forme di partecipazione alle analisi e alle decisioni che appaiono sempre più necessarie alla gestione e al governo del territorio;
  • Promuovere l’attività di studio e di valorizzazione dei beni paesaggistici, culturali ed ambientali attraverso pubblicazioni, mostre e altre iniziative, utili all’incremento di conoscenza del territorio da parte delle popolazioni residenti e dei visitatori interessati.
  • Stimolare il mondo imprenditoriale ed economico a investire a favore di iniziative culturali, sociali e a contenuto didattico/formativo, pubblicamente orientate alla valorizzazione del paesaggio, al controllo del consumo di suolo, allo sviluppo sostenibile e alla maturazione di comportamenti di salvaguardia;
  • Reperire risorse economiche, sotto forma di contributi, finanziamenti e liberalità, utili al perseguimento degli obiettivi dell’Associazione, anche partecipando a progetti finanziati a livello locale, nazionale ed europeo;
  • Monitorare, attraverso l’attenzione degli Osservatori locali, le iniziative urbanistiche ed edilizie pubbliche o private, nonché le trasformazioni agro-forestali incidenti sulla struttura del paesaggio, sia nella fase di progetto che in esecuzione;
  • Promuovere una migliore integrazione delle diverse politiche pubbliche che producono effetti diretti e indiretti sul territorio, orientandole complessivamente a una maggiore tutela e valorizzazione dei paesaggi interessati;
  • Segnalare al costituendo Osservatorio Regionale o direttamente agli Enti regionali preposti le constatazioni e i riscontri prodotti dagli Osservatori componenti la Rete nelle fasi di applicazione dei disposti del Piano Paesaggistico Regionale, nonché le criticità e gli abusi eventualmente operati dagli Enti locali e dai privati;
  • Contrastare, con attività condivise con il costituendo Osservatorio Regionale, gli eventuali interventi sul territorio, a iniziativa pubblica o privata, ritenuti in conflitto o incongruenti col Piano Paesaggistico Regionale, come pure i possibili abusi o inadempienze nell’applicazione del medesimo.

Il patrimonio culturale tra memoria e futuro

Luca Dal Pozzolo libro

Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale in un’ottica inclusiva di aspetti economici e sociali.
Questi i temi della serata che prende spunto dalla presentazione del libro di Luca Dal Pozzolo “Il patrimonio culturale tra memoria e futuro” e che l’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio organizza nell’ambito dell’Anno Europeo del Patrimonio culturale 2018.

La serata si terrà mercoledì 12 dicembre, dalle 21, a Palazzo La Marmora (corso del Piazzo, 19) a Biella. L’ingresso è libero ma, per ragioni organizzative, chiediamo la registrazione online sulla piattaforma EventBrite.

E’ disponibile anche una copia del comunicato stampa inviato ai media del Piemonte.

Con Luca Dal Pozzolo, co-fondatore della Fondazione Fitzcarraldo e direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, dialogherà Severino Salvemini, docente all’Università Bocconi, esperto di economia applicata al campo della cultura, delle arti, della comunicazione. Al termine della presentazione del libro ci sarà spazio per gli interventi del pubblico e per un dibattito a più voci.

E’ una serata di confronto, riflessione e networking alla quale l’Osservatorio invita tutti coloro che si occupano di cultura nelle sue varie declinazioni.

L’evento è organizzato dall’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio e dal Centro Studi Generazioni e Luoghi nell’ambito del Polo Culturale del Piazzo.

I temi del saggio di Dal Pozzolo

Il libro si interroga sul senso del patrimonio, materiale e immateriale, sulla sua possibile declinazione al futuro, sulle motivazioni a investire per una conservazione e una valorizzazione che prescindano dal richiamo a un dovere morale di sola erudizione, ma si ancorino alla possibilità di giocare un ruolo tutto contemporaneo – anche negli strumenti di conservazione e comunicazione digitale – di riscoperta della profondità della storia e di disegno di un futuro possibile.

Se si evita la nostalgia di uno sguardo esclusivamente antiquario, il patrimonio potrà rappresentare una risorsa vivente e in opera, un fuoco di convergenza per artisti, operatori della cultura, cittadini, ritrovando la capacità di espressione nei linguaggi della contemporaneità, riconquistando una corrispondenza sentimentale nella quotidianità della società locale.

La domanda sul perché, per chi conservare e valorizzare il patrimonio culturale è l’ordito dei diversi capitoli, la linea di basso continuo e ostinato che attraversa tutte le pagine del saggio e che evidenzia come l’eredità non sia una trasmissione meccanica tra le generazioni, ma fatto culturale profondo, che implica riconoscimento, consapevolezza e cura.

Se il paesaggio è come l’aria

Il paesaggio è un bene sociale di cui prendiamo coscienza poco a poco perché si offre a noi con l’ovvietà e naturalità di essere una delle dimensioni stesse del nostro vivere e muoverci nello spazio. Il bambino inquadra con il proprio sguardo il mondo in cui vive: ciò che vede gli appare come l’unico modo possibile di essere del mondo stesso, e quello è per lui il “paesaggio”.

Il paesaggio è come l’aria. Bene naturale che ci circonda della cui purezza ci preoccupiamo come di una cosa ovvia perché la sua purezza è indispensabile per il nostro benessere e per la nostra stessa sopravvivenza. Ma non ci preoccupiamo dell’integrità del paesaggio con la stessa ovvietà con la quale lo facciamo per l’aria. Come mai? Che cosa hanno in comune l’aria e il paesaggio?

Il fatto che su di essi si può esercitare il possesso. Sia l’aria che il paesaggio sono beni comuni nella loro natura intrinseca: l’azione di uno o di poche persone può danneggiare sia l’aria, sia il paesaggio in modo irreversibile. Si può appestare l’aria con scarichi chimici (quelli delle auto, quelli delle fabbriche) così come si può danneggiare il paesaggio realizzando opere che ledono dei sentimenti sociali condivisi. Talvolta quello estetico attraverso la costruzione di qualcosa che altera una armonia e una coerenza pre-esistenti, talvolta attraverso la cancellazione di segni che rendono quel luogo significativo per la comunità che vi abita.

Paesaggio è una di quelle parole che viene usata sia nel linguaggio comune, sia da “specialisti” come geografi, geologi, paesaggisti, antropologi, urbanisti: qui vorrei tentare di gettare un ponte tra queste due sfere, mettendo a confronto ciò che “paesaggio” significa per gli abitanti dei luoghi e che cosa da esso si aspetta il viaggiatore. Infatti riconoscere il ruolo di ambedue questi soggetti in una prospettiva strategica è un passaggio obbligato per chi, in una forma o nell’altra, riveste un ruolo pubblico ed è tenuto a condurre una politica di governo dei luoghi e del paesaggio.

Il paesaggio e gli abitanti

Il paesaggio per gli abitanti è “un legame immediato con il luogo di appartenenza considerato nel breve cerchio di relazioni che salda tra loro i sentimenti di un complesso di famiglie nella organizzazione sociale fondata sulla condivisione di una cultura al cui centro sta un nucleo di valori essenziali in cui riconoscersi”, secondo una definizione di Ulderico Bernardi.

Questo legame immediato degli abitanti col luogo di appartenenza quando è vivo e consapevole costituisce il nerbo dell’identità della comunità e contribuisce a dare forma alle consuetudini sociali, all’architettura locale, alle modalità con cui si svolge l’attività agricola e di allevamento. Tutte queste attività umane messe in atto dalla comunità locale anno dopo anno, un secolo dopo l’altro, hanno dato ai luoghi una forma “coerente” che chiamiamo paesaggio. Ed è perché le cose sono autentiche e tra loro intonate che l’osservatore esterno coglie un senso di armonia che non di rado egli esprime nel linguaggio comune con l’espressione “bel paesaggio”.

Gli abitanti dunque sono gli infaticabili custodi e modellatori del paesaggio grazie a questo legame immediato con il luogo di appartenenza. Questo ruolo si regge su di un equilibrio antico ma delicatissimo, che non può essere sostituito con un surrogato introdotto dall’esterno.

Qualcuno crede che gli abitanti di un luogo mettano in atto una “intenzione” a curare l’amenità dei luoghi come una gentildonna a curare il proprio giardino. Questo è fuorviante perché il processo attraverso il quale il paesaggio appare “bello” è del tutto diverso. Quando Hans Weiss, direttore della Fondazione svizzera per la tutela del Paesaggio, in un testo del 1975 scriveva: “un abitante nella remota valle ticinese dell’Onsernone, mi spiegò una volta che per lui lo spettacolo dei ripidi fianchi boscosi delle montagne e delle tumultuose cascate non era affatto un paesaggio ma soltanto natura e che per lui non v’era cosa più deprimente”, che cosa vuol dire? Vuol dire che ciò che noi (intesi come osservatori esterni) chiamiamo “bello” non è l’espressione dell’azione intenzionale di un momento dato, ma il risultato sedimentatosi nel tempo di una serie di azioni di governo del proprio contesto compiute nel tempo da parte degli abitanti. (…)

Questo post è tratto dall’articolo di Francesco Alberti La Marmora, pubblicato nel 2004. Questo il testo integrale: Osservando il Biellese idee per un paesaggio accogliente

 

Il paesaggio è tuo: campagna della Regione

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Coinvolgere i cittadini nell’educazione attiva alla tutela dei valori paesaggistici della regione: è l’obiettivo principale della campagna di comunicazione “Il paesaggio è tuo” realizzata dalla Regione Piemonte e illustrata il 25 giugno nel corso di un convegno a Torino.

Un kit didattico, un “origami” sugli Osservatori del paesaggio, il sito web Paesaggio Piemonte, un tabloid, depliant, video, infografiche e cartoline sono gli strumenti dell’iniziativa messa in campo dalla Regione per far conoscere al cittadino i contenuti del piano paesaggistico e della legislazione regionale in materia.

“Il paesaggio sarà un tema cruciale per lo sviluppo del Piemonte nei prossimi anni – ha sostenuto l’assessore all’urbanistica della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – La scommessa è ragionare in una logica sovracomunale, in cui anche gli elementi visivi del paesaggio vengano tenuti in conto”.

Del resto molti Comuni ci credono, e quest’anno in 330 hanno fatto domanda per accedere ai fondi, oltre a 13 unioni di Comuni: un risultato che indica il radicamento del piano paesaggistico nelle realtà locali.

Gli altri interventi al convegno hanno messo in evidenza l’importanza di rendere il senso di identificazione, coinvolgendo i singoli affinché ciascuno tuteli il paesaggio quotidianamente, nell’ambito di un lavoro che la Regione sta portando avanti da dieci anni per realizzare un percorso culturale condiviso, che sarà il modello per le prossime iniziative e che ha portato a costruire uno strumento che per la sua complessità può essere definito una “Treccani del paesaggio piemontese”.

La rete degli Osservatori del Paesaggio del Piemonte è stata rappresentata al convegno dall’intervento della coordinatrice, Daniela Bosia. Per l’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio ha partecipato Francesco Alberti La Marmora.

Conoscere il piano paesaggistico piemontse

Cartoline dal tuo Paesaggio

Fonte: Ufficio Stampa Regione Piemonte

Giornata del Paesaggio, un po’ di storia

Manifesto Giornata del Paesaggio

Le Giornate del Paesaggio sono diventate tante. Il 14 marzo c’è la Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero dei Beni Culturali nel 2017. Nello stesso anno, ma il 20 ottobre, è stato lanciato anche il primo International Landscape Day del Consiglio d’Europa. Nell’archivio dell’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio ci sono documenti che raccontano però anche un’altra storia… partita dieci anni prima.

L’idea di istituire una Giornata del Paesaggio in Italia è nata, nel 2007, all’interno della rete europea degli ecomusei, MondiLocali. Il nostro archivio restituisce il documento, a firma di Giuseppe Pidello, col quale si chiedeva agli ecomusei italiani di aderire alla proposta della Giornata entro il 10 marzo 2007. Stralci di quel documento aiutano a capire la genesi di questa iniziativa che è proseguita, anche se spesso in sordina, fino a oggi.

“Dire che gli ecomusei si occupano di paesaggio” scrive Pidello “parrebbe una banalità, ma sappiamo quanto le due parole – ecomuseo e paesaggio – possano assumere significati diversi e contrastanti. Occorre quindi fare chiarezza, anche alla luce della recente entrata in vigore in Italia, il 1° settembre 2006, della Convenzione Europea del Paesaggio. Vi è infatti una convergenza da non sottovalutare tra la sfida trentennale degli ecomusei per portare il museo fuori dalle pareti di un’istituzione statica ed elitaria, e l’intenzione della Convenzione di portare il paesaggio fuori dalle visioni accademiche che tanto hanno pesato, in Italia come altrove, nella distinzione tra ciò che è bene culturale e ciò che non lo è. Come non riconoscersi, invece, nella definizione contenuta nella Convenzione, che pone la percezione delle popolazioni al centro del concetto di paesaggio, o con l’affermazione che “il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana.” Dal momento che sono molti gli ecomusei che, in varie parti d’Italia e d’Europa, hanno messo in pratica iniziative legate al paesaggio in sintonia con tale visione, si è pensato che sarebbe utile per tutti un evento pubblico che unisca e dia più forza e credibilità, verso le istituzioni e i cittadini, a questi numerosi interventi. L’idea, emersa in occasione di recenti incontri ecomuseali e in parte circolata nelle reti che ci legano, è di istituire una Giornata del Paesaggio, attraverso la quale evidenziare di anno, in anno le azioni che gli ecomusei svolgono per la conoscenza, la tutela attiva e la trasformazione responsabile dei paesaggi in cui si trovano a operare. La prima edizione dovrebbe concretizzarsi, in forma sperimentale nel 2007, in una data del calendario fortemente simbolica come il solstizio d’estate (o il fine settimana più vicino), quando tutti i soggetti potrebbero compiere in contemporanea un gesto comune e di semplice realizzazione, che richiami l’attenzione dei cittadini, dei media e delle autorità sulle azioni che ogni ecomuseo ha svolto o svolgerà in quell’anno per e nel proprio paesaggio. Tra le proposte emerse vi sono: accendere un falò, compiere una passeggiata di esplorazione, lanciare aquiloni o palloncini, piantare un albero, sfalciare un prato. Invito quindi gli ecomusei a dare la loro adesione entro il 10 marzo. Successivamente si creerà un gruppo di lavoro. L’iniziativa è appoggiata e sostenuta dall’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio che riunisce in un piccolo parlamento diversi enti e istituzioni culturali della provincia di Biella e che coordina attualmente la rete piemontese degli Osservatori del Paesaggio”.

La Carta Nazionale del Paesaggio

E’ stata presentata il 14 marzo 2018, al Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo,  la Carta Nazionale del Paesaggio, nata come conclusione di un lungo percorso di lavoro e di riflessione racchiuso negli Stati Generali del Paesaggio del 26 e 27 ottobre 2017. La presentazione è coincisa con la seconda Giornata Nazionale del Paesaggio, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla Qualità del Paesaggio.

Carta Nazionale del Paesaggio

La Carta raccoglie e trasforma le numerose e qualificate riflessioni compiute nelle due giornate di lavoro in un programma per il paesaggio e si rivolge a quanti avranno future responsabilità di governo ai diversi livelli istituzionali indicando una strategia nazionale per il paesaggio.
Assumere la qualità del paesaggio come fondamento dello scenario strategico per lo sviluppo dell’Italia, nel mondo contemporaneo ormai globalizzato, è una grande opportunità oltre a essere la risposta necessaria che le istituzioni e la politica dovrebbero assicurare ai cittadini rispetto alla domanda di ambienti di vita quotidiana capaci di contribuire al benessere individuale e collettivo.

I paesaggi italiani costituiscono uno straordinario fattore di identità per i territori e i loro abitanti. Sono infatti un patrimonio nel quale è possibile leggere il succedersi dei secoli, delle civiltà, della storia e quindi lo svolgersi della vita delle comunità, evidente racconto di “chi siamo e chi eravamo”.

Scopo della Carta nazionale del paesaggio, quindi, è indicare una strategia che, dando piena attuazione ai valori fondamentali espressi nell’art. 9 della Costituzione – “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, coniughi tutela e valorizzazione del paesaggio con forme compatibili di sviluppo durevole, equo e diffuso.
Le azioni programmate si riconoscono in diversi nodi operativi:

  • Promuovere, con una visione di lungo periodo, l’attenzione alla qualità del paesaggio in tutte le politiche pubbliche che incidono sul territorio.
  • Assicurare la centralità e la preminenza del Piano paesaggistico come Costituzione del territorio.
  • Promuovere la cultura del paesaggio quale bene comune per la creazione di una coscienza civica diffusa.
  • Promuovere le tematiche del paesaggio nella formazione universitaria e postuniversitaria, e prevedere percorsi di aggiornamento sulle trasformazioni del paesaggio per l’istituzione di figure specialistiche, in particolare per la Pubblica Amministrazione.
  • Assumere la qualità del paesaggio come scenario strategico per lo sviluppo del Paese e promuovere la riqualificazione del paesaggio come strumento per il contrasto al degrado sociale e alla illegalità.
  • Contrastare l’abusivismo.
  • Prevedere politiche e azioni finalizzate alla valorizzazione del paesaggio rurale, agrario, forestale e naturale.

Fonte: comunicato stampa MiBACT, 14 marzo 2018

Paesaggio come teatro, il webgis nelle scuole

progetto didattico osservatorio biellese paesaggio

Uno strumento digitale per una mappa di comunità 2.0 creata dai ragazzi delle medie. E’ stato completato a giugno 2017 il progetto didattico triennale realizzato dalle classi 3A e 3B della scuola secondaria di primo grado “Nino Costa” di Biella Chiavazza (Istituto Comprensivo Biella II) in collaborazione con l’Ecomuseo Valle Elvo e Serra e l’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio per il trasferimento e la pubblicazione delle esperienze sul paesaggio su un supporto webgis.

L’attività, che rientrava nel progetto Interreg Paesaggio Condiviso, è stato curato dal professor Alberto Zola, con Giuseppe Pidello, Luca Bergero e Alessandro Pastore. Supporto informatico di Micromega Studio, gruppo NetBI.